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Descrizione
BROSSURA
Frammenti di una passione tra presente e divenire.
In questi anni gli accadimenti della politica hanno suscitato nel diffuso giudizio dei cittadini un pericoloso sentimento oscillante tra rifiuto e banalizzazione. Una situazione vissuta con sofferenza da chi pensa che la politica debba essere concepita socraticamente come téchne basiliché, arte regale. E che essa trovi, dopo due millenni e mezzo, nella Repubblica di Platone la sua espressione più elevata.
Platone è di destra o di sinistra? E Aristotele? Raffaello, nella Scuola di Atene, con cinque secoli di anticipo, cerca di dirimere il nostro dubbio, sebbene con argomenti teologici. Edgar Wind scrisse che “il linguaggio di Platone era quello dell’entusiasmo poetico, laddove Aristotele parlava con la fredda voce dell’analisi razionale”.
Come non cogliere, allora, uno straordinario legame a distanza di duemila anni tra il discepolo di Socrate e Vico, i suoi ideali fantastici, la potenza della poesia, il linguaggio dei miti come vera narratio. Un richiamo non casuale: è proprio la confutazione vichiana dell’unidirezionalità dell’agire dell’uomo nella storia che riteniamo essere il fondamento della funzione della politica.
Come lo studio dell’Umanesimo riuscì ad assurgere a spazio culturale all’interno delle corti rinascimentali, così il nostro desiderio è che l’arte politica torni ad occupare tempo e spazio dello spirito. E a riconquistare quell’ambito di eccellenza che le spetta.