Prezzo: 25,00€
Descrizione
Il tomo appena pubblicato chiude la monumentale opera di Francisco Elías de Tejada, pubblicata interamente da Controcorrente. Il volume esce in occasione del centenario della nascita dello scrittore spagnolo. Durante il lungo regno di Filippo IV, tra il 1621 e il 1665, i popoli ispanici sono travolti da una sequela di vicissitudini che scandiscono la decadenza delle Spagne, ormai estenuate, drammaticamente segnata dalla Pace dei Pirenei del 1659. Il Regno di Napoli, in particolare, in quegli anni matura la sua triste rinuncia al sogno di un’egemonia peninsulare, pur mantenendo, anche se in maniera altalenante, lo scettro della supremazia. Dopo la morte di Carlo II (1700), il Regno decadrà a provincia ora di Madrid ora di Vienna, secondo le nuove idee europee di centralismo assolutista che, ciascuno per suo conto, adotteranno le dinastie degli Asburgo e dei Borboni, voltando le spalle all’autentica tradizione ispanica di Napoli. In ogni caso, Filippo IV lascia il regno intatto nei suoi confini e definito come corpo politico, avendo respinto le invasioni dei francesi e dei Savoia e le mire romane dei Barberini. Forti delle loro radicate tradizioni e della solidità delle loro istituzioni, i popoli napoletani, nei quarantaquattro anni del regno di Filippo IV, continuano a esprimere una vitalità senza pari. Una moltitudine di illustri studiosi e artisti concorrono all’evoluzione e al rafforzamento della personalità del Regno in ogni ambito della sapienza. Elías de Tejada li passa in vivace rassegna, con la sua prosa accesa e avvincente. Dal grande antimachiavellico Ottavio Sammarco al teorico della libertà politica Francesco Pavone, dai poeti marinisti ai polemisti antifrancesi, dal paladino dei diritti del popolo Giulio Genoino al grande Titta Valentino, voce suprema della Napoli Spagnola. Tutti, pur nel crepuscolo del sogno imperiale, testimoniano la profonda, appassionata adesione dei napoletani a un disegno universale di civiltà e giustizia.
Francisco Elías de Tejada (Madrid, 1917-1978), cattedratico delle Università di Murcia (1941) e, successivamente, di Salamanca (1941-1951), Siviglia (1951-1977) e Madrid (1977-1978), è il maggiore tradizionalista cattolico del Ventesimo secolo. Il suo impegno intellettuale riguarda da un lato l’approfondimento del Diritto naturale concepito come relazione tra il potere divino del Creatore e la libertà della creatura razionale portatrice di un destino trascendente e dall’altro l’individuazione dell’identità ispanica vista come sistema di valori comunitari e lotta missionaria in difesa della Cristianità. Francisco Elías de Tejada, viaggiatore in tutti i campi della cultura e della geografia, autore di centinaia di pubblicazioni in una ventina di lingue diverse, sostiene, nei suoi libri su Napoli, che la sola Napoli autentica fu quella partecipe delle comuni imprese della grande Monarchia spagnola.
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