Una morte scomoda: l’omicidio di Francesco Cecchin

Prezzo: 18,00

Autore: Federico Gennaccari

Editore: Fergen

Anno: 2020

Pagine: 344

Isbn: 978-88-98509-28-7

Categorie: ,

Descrizione

Anni di piombo. Una morte scomoda da non dimenticare, da ripercorrere attraverso giornali e atti giudiziari, testimonianze e documenti, purtroppo una vicenda emblematica degli anni Settanta, gli anni di piombo, dell’odio e della violenza. L’omicidio di Francesco Cecchin è una morte scomoda che per anni si è cercato di far passare per un incidente, una caduta da un muro per sfuggire ai suoi aggressori. Il 29 maggio 1979 Francesco Cecchin, 17 anni, militante del Fronte della Gioventù, viene trovato agonizzante ai piedi di un muretto di un’abitazione di via Montebuono 5 a Roma, dopo essere stato inseguito da avversari politici. Morirà dopo 18 giorni di coma nella notte tra il 15 e il 16 giugno. Caduto o gettato di sotto? C’è una sentenza della magistratura che ha rimesso le cose a posto, secondo la quale si è trattato di un omicidio volontario. Ha infatti stabilito che Francesco è stato picchiato duramente (con un colpo gli hanno spappolato la milza) e poi gettato di sotto dai suoi aggressori da un muro alto 5 metri all’interno dello stabile di via Montebuono 5. Ha sbattuto violentemente la testa e non si è mai ripreso, è morto dopo 18 giorni di coma. Una morte scomoda perché rimasta senza giustizia in quanto la polizia di zona, nonostante avesse avuto tutte le informazioni necessarie dagli amici di Francesco, non fece alcuna indagine per scoprire gli aggressori, nemmeno sugli esponenti del Pci con cui Cecchin qualche ora prima ebbe una lite per i manifesti attaccati in piazza occupando anche gli spazi del Msi-Dn. Iniziò le indagini solo dopo la morte di Cecchin: un incredibile ritardo di 18 giorni. Una morte scomoda perché Cecchin era un giovane di destra e l’inchiesta avrebbe dovuto coinvolgere uomini del Pci che era stato un partito di governo fino a qualche mese prima ed era il partito cui apparteneva il sindaco di Roma, allora amministrata da una giunta di sinistra. Una morte scomoda perché vi fu anche una perizia medico-legale in sostegno alla tesi della caduta, poi sconfessata in tribunale. Cecchin era un giovane di destra, ma alla storia della caduta non hanno mai creduto anche giornali di sinistra come “La Repubblica”? e “Lotta Continua”.

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