Prezzo: 15,00€
Descrizione
Vietato vietare! Era questo lo slogan che, nel nostro ’68, i giovani dell’allora “sinistra alternativa” urlavano per le strade. In realtà, proprio in quegli anni, la sinistra occidentale stava subendo una mutazione antropologica che l’avrebbe portata, da sedicente vessillifera dei “diritti delle masse e dei lavoratori”, a farsi interprete degli interessi delle piccole minoranze.
Abbandonati i retaggi del socialismo reale, la sinistra si arenò nella palude ideologica di una “rivoluzione sessuale” che rientrava a pieno titolo nel soft-power culturale dello sradicamento globale: i gay pride e le teorie gender presero il posto del sindacalismo di base e delle lotte operaie, mentre la mentalità della “società aperta” – tipica del mondo liberal – impose una nuova narrazione: dall’attacco alle identità di genere all’ideale di un’umanità fluida, dalla sessualità come “scelta intercambiabile” all’affossamento della famiglia naturale, dalla proposta di un “femminismo radicale” allo sdoganamento della pedofilia. In merito a quest’ultima, sta prendendo piede un pericoloso percorso di “normalizzazione” che investe il diritto, le norme sociali e il dibattito politico, secondo una “erotizzazione dell’infanzia” che non lascia spazio alla fantasia.
Questo saggio – frutto di una profonda ricerca sul tema – ripercorre le tappe dell’evoluzione culturale e metapolitica del progressismo, riallacciandosi all’attualità. Un viaggio – coraggioso, lucido e controcorrente – che si conclude con l’analisi dei vergognosi abusi del Forteto e di Bibbiano: un tema scomodo e scottante, che mette in luce i subdoli esperimenti sociali e le violente manipolazioni psicologiche perpetrate ai danni dei minori, regalandoci una impietosa radiografia del contesto ideologico – oggi inserito nel verbo del “pensiero unico” – che mira alla sovversione dei capisaldi tradizionali.
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