Genius Loci

L’oro di Palermo tra arte e artigianato

5 Gennaio 2023

di Ciro Lomonte

La capitale siciliana è stata protagonista di stagioni mirabilmente creative degli artigiani orafi. Ne ricordiamo qui soltanto due: quella dell’Ergasterion, il laboratorio di manifatture preziose all’interno del Palazzo Reale sotto la dinastia Altavilla, agli albori del Regno di Sicilia, e quella delle maestranze operose fra il XV e il XIX secolo, quando la città era una costellazione di botteghe, nelle quali veniva impiegata persino manodopera lombarda, in particolare immigrati in cerca di lavoro provenienti dal lago di Como. La collaborazione fra clientela esigente, pensatori, artisti e artigiani, ha raggiunto spesso vertici di estro e di maestria i cui risultati possono tuttora essere ammirati in collezioni siciliane e straniere. Pensatori erano gli stessi artigiani. Fino al 1910, quando Ernesto Basile disegnò il servizio da the per il principe Umberto, linee e forme artistiche venivano aggiornate costantemente insieme alle tecnologie di lavorazione. Poi è iniziato un drammatico declino, non in termini quantitativi, tant’è che fino agli anni Novanta del secolo scorso Palermo vantava ben dieci fabbriche di argenteria e parecchio indotto. La decadenza ha riguardato piuttosto la preparazione culturale dei maestri, abilissimi per capacità manuali e gestionali, ma privi di formazione accademica. Quella formazione un tempo veniva impartita a bottega, non a scuola. Oggi non è più così. È uno dei temi emersi nella tavola rotonda svoltasi presso la sede dell’ EndoFap di Palermo il 14 dicembre 2022. Il titolo era “Palermo, metropoli di giovani orafi e argentieri”. L’EndoFap è un benemerito ente di formazione, in cui si istradano i ragazzi a mestieri molto richiesti, come quello di saldatore, attraverso la trasmissione accurata del sapere.

A novembre sono iniziati due corsi orafi, uno gratuito in obbligo formativo (i tre anni dopo le medie inferiori), l’altro a pagamento. Nascono dalla spinta dell’Associazione Magistri Maragmae, attiva da anni nell’ambito dell’artigianato di eccellenza.Il comparto orafo e quello argentiero sono vivi ed in crescita, come pure quello degli orologiai. Quello che langue è il ricambio generazionale, perché i ragazzi non hanno chiare le straordinarie opportunità di lavoro del settore e perché il sistema scolastico non si è attrezzato di conseguenza.I rappresentanti di FederPreziosi e di AssOrafi presenti alla tavola rotonda hanno sottolineato l’importanza di raccogliere il guanto di sfida, per garantire una nuova stagione di artigiani colti e innovativi. Considerato che già adesso il 70% dei manufatti preziosi realizzati in Italia sono acquistati da Paesi stranieri, si può immaginare cosa possa significare l’avvento di giovani che parlano le lingue, impiegano i social, amano viaggiare. Si tratta di fare incontrare domanda ed offerta, in un mondo molto cambiato, tenuto conto che i maestri palermitani sono superlativi sia in opere di restauro sia in produzioni nuove. Va ribadito ancora una volta che è necessaria una preparazione culturale molto profonda. Ecco perché verranno promossi corsi per diplomati e master di II livello per laureati, già sperimentati con successo in anni recenti. L’arte e l’artigianato debbono ricominciare a dialogare, tornando ad impegnarsi affinché i simboli vengano trasformati in forme. Gioielli capaci di trasmettere gioia.

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