Attualità

M.E.S. storia di una truffa.

7 Aprile 2020

Raffaele Salomone Megna è uno studioso di economia e collaboratore della testata Scenari Economici. Ci spiega che cosa è realmente il M.E.S. e qual è la sua pericolosità.

di Marina Simeone

Che cosa è il M.E.S. e quando è stato costituito?

Ringrazio la redazione di “Revolvere” per l’opportunità a me concessa di intervenire su di un argomento di stringente attualità ma ad arte tenuto oscuro ed incomprensibile ai più. Il M.E.S. è un tassello importante di un disegno complessivo che normalmente si definirebbe truffaldino e criminale. E’ finalizzato a compiere la più grande depredazione della storia dell’umanità ai danni di un popolo, quello italiano, il tutto con la complicità degli intellettuali mainstream nostrani che lo spacciano come operazione salvifica per le sorti del Paese. In una situazione normale, ma siamo in Europa, i grassatori che hanno promosso il M.E.S. dovrebbero essere perseguiti dalla magistratura oltre che per la grassazione, ovviamente, anche per la violazione dell’art. 643 del C.P., la così detta circonvenzione d’incapace, perché tali furono i sottoscrittori nostrani. Detto questo, la nostra intervista potrebbe concludersi qui. Tuttavia, sarebbe un’occasione sprecata quella di non condividere con i lettori quali siano le motivazioni del mio giudizio negativo. Pertanto, proseguirò con l’intervista. Qualche accenno al disegno complessivo sotteso alla nascita del M.E.S.. Circa trent’anni or sono un politologo statunitense, tal Francis Fukuyama, scrisse un saggio di grande successo “La fine della storia” in cui asseriva che la storia era finita poiché l’unico sistema possibile per le nazioni era quello liberista-democratico e le democrazie non si combattono. Era finita anche la lotta di classe, così almeno ci fecero capire allora i nostri politologi. Ma la lotta di classe, purtroppo, non era finita affatto. Continuava in maniera subdola ed intestina condotta da una minoranza apolide di super ricchi contro tutto il resto dell’umanità. Il risultato è che ad oggi l’1% della popolazione mondiale possiede quanto i restanti tre miliardi della parte più povera del pianeta. Il progetto è stato eseguito nel tempo a vari livelli ed in vari ambiti, non necessariamente economici, e si è poi concretizzato in maniere diverse e differenti a seconda delle latitudini e delle longitudini delle nazioni coinvolte. E’ stato fondamentale, per la sua realizzazione, il raggiungimento di quella che Gramsci chiamava egemonia culturale. Contributo determinante lo hanno fornito le majors di Hollywood, lo star system e l’industria statunitense dell’entertainment che hanno diffuso, urbi et orbi, lo stile di vita americano. Per comprendere appieno quello che ci succede e quindi anche il M.E.S. ci vuole un approccio olistico. Migrazioni, teoria gender, denatalità, laicizzazione, diritti civili, O.N.G., femminismo, finanziarizzazione dell’economia sono tutti elementi di quell’ingegneria sociale finalizzata a creare le migliori condizioni per la globalizzazione, l’arricchimento scandaloso delle elites e l’impoverimento dei più. E ci sarebbe ancora molto da dire sull’intimo connubio finanza e mondo dello spettacolo, ma andremmo troppo lontano. In Europa questa matrice ha prodotto l’Unione Monetaria Europea, vera e propria gabbia dei popoli. Ad altre nazioni è andata ancora peggio poiché le stesse finalità sono state perseguite con colpi di stato, rivoluzioni colorate e svariate efferatezze. Fatta questa doverosa premessa, il M.E.S. è un’organizzazione intergovernativa di diritto internazionale, creata nel 2012 con il rogito di un notaio lussemburghese e con sede in Lussemburgo. Le sue sedi godono di extraterritorialità ed il suo personale non è perseguibile per gli atti d’ufficio. Se avessero potuto i dirigenti del M.E.S. si sarebbero garantita l’immunità pure dal giudizio divino e questo deve far molto pensare. Il Parlamento italiano ha votato l’adesione il 12 luglio del 2012 sottoscrivendo circa il 18% del fondo per complessivi 125 miliardi di euro, versandone 14. Il M.E.S. è un organo tecnico, privo di qualsiasi controllo politico al pari della B.C.E. che di fatto avoca a se poteri del Parlamento Europeo e della C.E. ed in assoluta discrezionalità stabilisce quali siano le condizioni per l’intervento di salvataggio di uno stato, rendendo il sistema euro stabile sui mercati internazionali. Non entro nel merito delle modifiche che i paesi del nord Europa vogliono apportare al M.E.S., poiché esso già così com’è è pessimo.

Perché c’è bisogno del M.E.S.?

Mi verrebbe a freddo di dire che il M.E.S. serve per continuare a fare quello che nei secoli scorsi, dopo la caduta dell’impero romano, hanno sempre fatto austriaci, tedeschi e francesi. Depredare l’Italia, per mettere le mani sulle immense ricchezze del nostro meraviglioso paese. Ma questa sarebbe una valutazione di carattere storico. Rientriamo pertanto nell’ ambito economico. L’Unione monetaria europea ha ridotto gli stati sovrani a soggetti di diritto privato. Chiariamo meglio questo principio giuridico. Chi ha aderito all’ euro ha scelto di farsi finanziare da una banca straniera in valuta straniera. Orbene, uno stato con una propria banca centrale ed una propria moneta non può mai fallire per obbligazioni che ha contratto con la propria divisa. Lo stato che ha adottato l’euro come propria moneta può invece fallire, poiché non ha alcun controllo sulla sua emissione e prestatori di ultima istanza diventano i suoi cittadini con i propri patrimoni. Quando il M.E.S. interviene, ça va sans dire, a salvare uno stato, richiede la ristrutturazione del suo debito sovrano. Nel caso italiano, il 70% del debito è nelle mani delle nostre banche. Diventando i titoli di stato italiani crediti deteriorati, al pari degli NPL ( non performing loans) , le stesse sarebbero costrette a liberarsene, rischiando il fallimento. Ma l’Italia ha anche accettato la normativa europea del bail-in (fallimento all’interno delle banche) e quindi i correntisti , gli obbligazionisti e gli azionisti sarebbero chiamati a rifondere la perdita in caso di fallimento e tutto questo in barba all’art. 47 della Carta Costituzionale, che così riporta: ” La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. ” L’Italia è una nazione ricca. Ricca d’ingegno, ricca di operosità, ricca d’arte, ricca di risparmio. Il patrimonio delle famiglie italiane ammonta, secondo una rilevazione della Banca d’Italia, a 9400 miliardi di euro di cui quasi la metà sono assets immediatamente liquidabili. L’Italia non ha bisogno del M.E.S. Chi propone il ricorso ad esso o è uno stupido o è in cattiva fede. Tertium non datur! Per fare un esempio, è come se una famiglia di grandi disponibilità economiche si rivolgesse agli strozzini per le proprie esigenze quotidiane. Il M.E.S. attiene a quelle logiche calviniste del libero esame, del debito come colpa, che non ci appartengono e non ci apparterranno mai poiché noi vogliamo che ci vengano rimessi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori!

La Sovranità monetaria può essere una soluzione?

La risposta sarà questa volta molto breve. Non è la sovranità monetaria la soluzione, ma il recupero della sovranità tout court. Sarebbe solamente un primo passo, importante ma sempre e solamente un primo passo. La Costituzione può essere attuata soltanto se siamo pienamente sovrani e l’art. 11 è stato impiegato dai nostri politici come un grimaldello per disarticolarla. Le sue indicazioni, anche economiche, ci hanno dato pace e prosperità per più di trenta anni. Dobbiamo recuperare la piena sovranità e con essa il ruolo della Politica, quella con la p maiuscola. Se non lo faremo il nostro destino è segnato ed ancora una volta Hollywood ci fornisce una chiara visione di dove andremo a parare. Le nostre città diventeranno come la Gotham City di “Batman” pensata da Tim Burton e noi comuni mortali non vivremo su “Elysium” di Neill Blomkamp, ma nell’inferno in terra del “ Distretto 9”. Grazie per il tempo dedicatomi.

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