Attualità

AllarMES

11 Aprile 2020

Quanto durerà ancora? Quanto possiamo resistere, abbandonati di fatto a noi stessi, rinchiusi nelle nostre quattro mura, col dubbio di non riuscire a fare la spesa, a pagare le rate, vedendo sfumare giorno per giorno le possibilità lavorative a cui riusciamo a pensare?

di Massimiliano Bonavoglia

Per capire cosa sia davvero accaduto ieri, è necessario richiamare due antefatti.

In un articolo del sole24ore.com del 6 dicembre 2018 (https://www.ilsole24ore.com/art/banche-allarme-derivati-valgono-33-volte-pil-mondiale-AErENbtG) veniva denunciata l’immensa esposizione delle maggiori banche del mondo su derivati e prodotti tossici. Come si vede nello schema riportato, per il comparto europeo, la Deutsche Bank era (ed è tuttora) la più esposta, per una somma superiore a quarantottomila miliardi di euro (Fonte R& S Mediobanca).

In questa allarmante classifica troviamo la prima banca italiana al diciottesimo posto, Banca Intesa, esposta per poco meno di tremila miliardi. Sarà per questo, che il Fondo Monetario Internazionale ha definito (https://www.agi.it/economia/deutsche_bank_crisi_licenziamenti_derivati-5802773/news/2019-07-10/) la tedesca Deutsche Bank come “la più grande fonte potenziale al mondo di shock esterni per il sistema finanziario”, correva l’anno 2019.

Secondo elemento, più remoto. Grazie all’operato di Prodi, allorché si decise di fissare il cambio delle valute nazionali per adottare l’euro, 1927 lire virgola qualcosa fu il controvalore per l’Italia. Abbiamo quindi fissato la nostra forza monetaria ad un cambio che soddisfaceva esigenze finanziarie ma che non rispettava le differenti economie dell’eurozona, e ancora oggi c’è una cospicua schiera di giornalisti ed economisti disposti a genuflettersi di fronte al mortadellone. Ci sarebbe molto da dire, ma poco tempo e spazio.

Saltiamo al 2012, quando con una sostanziale truffa, il governo italiano guidato da un altro grande liquidatore di proprietà pubbliche, Mario Monti, ha sottoscritto la prima versione del MES, lasciandoci sperare di non dovervi mai ricorrere, ovvero sperare di non spirare. Si tratta di un fondo che viene prima finanziato dagli Stati che ci mettono miliardi (sottratti quindi alla propria spesa: sanità, assistenza sociale, investimenti pubblici eccetera) e poi ne concede una parte in caso siano necessari a quello Stato aggiustamenti macroeconomici per farlo rientrare in certi parametri attraverso la ristrutturazione del debito, quindi sotto rigorose condizionalità (art. 136 TFUE). La calamità naturale, quella che sta colpendo il mondo intero, non c’entra nulla. Quanto rigorose sono queste condizionalità? Lo stabilisce il fondo. Abbiamo un esempio? La Grecia: aeroporti svenduti a colossi tedeschi, porti a giganti cinesi, acquedotti privatizzati, e, naturalmente, macelleria sociale: tassazione aumentata per tutti, spesa sanitaria ridotta, spesa sociale azzerata, pensioni dimezzate e simili amenità. Ma dove sono andati i soldi risparmiati per la spesa pubblica? A salvare banche estere, istituti di credito esposti (!), non solo teutonici. Gli eurobond sarebbero stata tutta un’altra storia. Un po’ come la cavalleria americana in soccorso del fortino sotto assedio, avrebbero costituito un aiuto vero, senza il cappio dello strozzinaggio, quale è di fatto il MES.

Il lettore si farà una chiara e distinta idea dei media che mentono, rispetto a quelli che riportano dati oggettivi, secondo il modo con cui viene raccontata la vicenda del 9 aprile 2020. Chi dice che gli eurobond sono rimandati, e il MES è depotenziato, non sta nella vera verità. Gli eurobond, dopo questo passaggio, saranno ancora meno proponibili, e le condizionalità del MES, ovvero il commissariamento per tutte le principali scelte di politica interna, sono soltanto sospese per l’emergenza. Ma è così che fanno gli usurai. Ti prendono per fame, ti soccorrono mentre stai agonizzando, e poi ti tengono in vita finché c’è della ciccia da parassitarti. I maggiori responsabili di tutto questo non sono gli olandesi in quanto olandesi, o i tedeschi, o i finlandesi, intendiamoci. Sono le massime cariche dello Stato italiano, che a reti unificate ci raccontano di aver vinto la partita e portato a casa il risultato, anzi, di non accettare le condizionalità del MES come s’era detto fino al giorno precedente, 8 aprile. È responsabile il presidente della repubblica, che aveva violato l’articolo 21 della costituzione, bisogna ricordarlo sempre, dichiarando di aver rifiutato la carica di Savona alla economia nel 2018 perché cinque anni prima aveva scritto un libro sulla sovranità monetaria, introducendo così il reato di opinione, o, quantomeno, il suo valore ostativo alla carica di ministro delle finanze. Siamo in democrazia, dunque liberi di pensarla come la pensa il presidente, poi il tiranno è Putin. Quello stesso presidente della repubblica che non batté ciglio di fronte alla formazione del governo giallorosso, nonostante gli stessi ministri (per esempio Provenzano) avessero dichiarato apertamente di unirsi con lo sputo pur di non permettere ai cittadini di votare, visto che i sondaggi annunciavano che ci sarebbe stato un Salvini al potere in caso di elezioni. Dunque il governo non è rappresentativo, ed è stato costituito per evitarne uno rappresentativo, ma la rappresentatività è uno dei requisiti fondamentali della costituzione italiana, per il fatto che è democratica, quindi il presidente della Repubblica avrebbe dovuto sciogliere le camere e permettere il voto. Che fine miserabile i grillini: dovevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno, ora sono quelli arroccati, disposti a ingoiare di tutto pur di rimanere per una legislatura intera nel palazzo del potere! Al tonno si sono aggiunte le sardine.

Ma torniamo al nostro meraviglioso premier. Beh… “nostro”, è al secondo mandato e non ha mai preso un voto in vita sua, diciamo quello voluto dai politici eletti, dapprima Salvini-Di Maio contro PD (il partito di Bibb… ah già, non si può più dire, ora c’è la task-force contro le bufale, voluta dai 5 Stelle, quelli che peraltro lo chiamavano il partito di Bibbiano spergiurando di non volerci avere a che fare mai nella vita [e non nel protozoico, una settimana prima di allearsi]  …va beh diciamo Poltrone e Divani). Ora san Giuseppi è voluto dai “responsabili”, che per non lasciar votare quell’italiano su tre che crocerebbe lega, con quel mezzo altro che lo darebbe alla Meloni, hanno deciso di convolare al governo. Voluto da Trump [ma non era un semi-dittatore inviso al PD? Mistero della fede…] che lo ha scelto per noi e incoronato, battezzato e cresimato, senza mai imparare il suo nome, rivelando chi comanda davvero in Italia (sempre e solo lo zio Sam).

Sembrava intenzionato a battersi per l’Italia questa volta, invece all’Eurogruppo il suo Gualtieri è entrato per estromettere il MES e introdurre gli eurobond, è uscito con un primo sì al MES e nulla di fatto sugli eurobond.

Dunque il “discorsone”, ormai ce ne becchiamo due a settimana. Se la prende esplicitamente con Salvini e Meloni, leaders dell’opposizione, a reti unificate, senza diritto di replica, accusandoli di ostacolare il suo lavoro e mentire agli italiani. Come ha ragione, queste opposizioni non dovrebbero nemmeno parlare, ogni volta che lo fanno attaccando il governo, è intollerabile, servirebbero piazzate di sardine anche in tv e sui social, per silenziarla una volta per tutte, questa opposizione!

Per chi ha bisogno di soldi vale quanto detto nella penultima puntata del serial televisivo più famoso del 2020: Il Decreto. In quella puntata il premier Conte, che a guardarlo bene sembra proprio un personaggio da fotoromanzi, dice agli italiani che ci saranno ben 400 miliardi…

[pausa… tutti col fiato sospeso pronti a festeggiare…]

di… garanzie sui prestiti. Tadaaaahhh! Volete i soldi che vi prometto ormai da mesi? Andate in banca, mica l’ho chiusa quella, chiedete un bel prestitino, una bella firmetta, vi prendete i soldi, da restituire in comode rate, “possiamo garantire fino a 400 miliardi siore e siori!”. Mancava il: “Attenzione, le prime 100 telefonate, riceveranno un bel videoregistratore VHS e una batteria da cucina”. A esaurimento scorte. Domanda: se sono un piccolo imprenditore, quindi vivo vendendo i miei prodotti, mediamente strozzato da tasse, spese interne, investimenti necessari, ritardi di pagamenti magari da anche parte dello Stato, ora che non lavoro più, come farò a pagare le rate di questo ennesimo prestito?

In Teutonialand invece, i bonifici sui conti correnti sono già arrivati. Il Paese con il maggior numero di terapie intensive d’Europa e il minor numero di decessi, il Paese che ha conosciuto il covid-19 quasi un mese dopo l’Italia (pur avendocelo portato tramite suoi cittadini pare…), ha già effettuato non prestiti, ma donazioni a fondo perduto alle sue partite iva di 5.000 euro, con l’aggiunta di 9.000 euro per il titolare che ha fino a 5 dipendenti. Tutti erogati subito, nella previsione che possa durare sei mesi questa incresciosa situazione. Quindi, se dovesse risolversi domani mattina, cosa possibile dato che i laboratori specializzati del mondo stanno disperatamente cercando il farmaco, quei soldi oramai sono presi, per chi li ha presi. Da noi bisogna usare la stessa formula, ma spostando una sola lettera che cambia tutto: i nostri soldi, oramai, son persi, per chi li ha persi. Naturalmente i più deboli, e non solo gli indigenti, i proletari, ma anche i debitori già strozzati che siano segnalati in CRIF… tutti questi si attaccano. Beh è giusto, l’Eurogruppo sceglie di falcidiare i Paesi più deboli, Conte infondo fa lo stesso con i cittadini. In effetti hanno ragione, hanno fatto il governo dei responsabili, e ricordiamocelo, sono esattamente loro i responsabili di come sta andando a finire. Quando verranno messi all’angolo, però, non dicano: “Eh ma anche negli altri Paesi il COVID-19 è stato gestito male, guardate l’Inghilterra di Boris Johnson, guardate l’America di Trump”. Il Regno Unito ha varato un «pacchetto senza precedenti» (https://www.linkiesta.it/2020/04/coronavirus-usa-spagna-francia-germania-italia-garanzie-imprese/) da 350 miliardi di sterline a sostegno del mondo produttivo e del mercato del lavoro e, come si fa in tempi bui, taglio delle tasse. Della Fed sappiamo ampiamente: 2000 miliardi con bonifici sui contri correnti. Da noi, primo Paese occidentale colpito e ancora in pieno coprifuoco, una supercazzola ogni tre giorni: con quella parlata sempre un po’ biasciata da mezzo brillo che dice: “nessuno verrà lasciato solo” “nessuno perderà il lavoro” “faremo” “diremo” “daremo”, ciccia. Il sito dell’INPS ad oggi non ha ancora erogato un bonifico che sia uno della misera somma di 600 euro per le partite iva. “A partire dal 15 aprile” dicono, già, ma ad arrivare esattamente quando? “Lo voglio dire molto chiaramente, nessuno verrà lasciato solo”. Vabbeh abbiamo capito.

Siccome la valanga del MES causerebbe una spoliazione dei beni pubblici, con prelievi forzosi et similia, perché non ci tiriamo fuori dal pantano da soli? L’Italia è ancora uno Stato integro, checché se ne dica, può emettere una sua moneta. Lo può fare subito, e finanziarsi senza ricorrere agli strozzini. Con buona pace dell’Olanda, che vende tulipani, droga e puttane, noi siamo l’Italia, quarta riserva aurea del mondo. Si potrebbero costringere grandi imprese come FCA che estraggono profitto dal nostro territorio e versano cifrette di tasse nederlandesi, a pagare qui quello che manca con una manovra compensatoria. A proposito di patrimoniale. Il Partito di Bibb… [e dagli!], Poltrone e Divani ha proposto la patrimoniale. In extrema necessitate, omnia communia sunt, diceva San Tommaso (che per ragioni cronologiche non poteva essere accusato di marxismo). E sia allora, ma rispettando il dettato costituzionale. Progressive per davvero. A cominciare da GOOGLE, AMAZON, FACEBOOK, APPLE, WHATSAPP, tutte aziende che stanno volando in borsa. Eh sì, perché l’economia mondiale va veramente male, ma i giganti del web crescono ancora, ovviamente. Eppure pagano meno del 3%, mentre i partita iva il 68%, dal governo  Monti in poi scaricano pochissimo, se non hanno una sede fisica è meglio, se non  hanno dipendenti meglio ancora, se hanno un’auto a bassa cilindrata danno meno nell’occhio, insomma poveracci co ‘e pezze ar culo, a competere con i tedeschi i francesi e gli americani che ricevono soldi sui conti correnti… un tantino impari come concorrenza. Com’è che si è fortissimi con i cittadini, ma ciechi sordi e muti con le multinazionali più grandi del mondo? Vien difficile accettare tutto questo, visti così, i nostri ministri paiono più degli imbonitori, che inducono una percezione della realtà edulcorata, una cosmesi del percepito, che ci faccia spegnere il televisore col cuore pieno di belle speranze.

Quanto durerà ancora? Quanto possiamo resistere, abbandonati di fatto a noi stessi, rinchiusi nelle nostre quattro mura, col dubbio di non riuscire a fare la spesa, a pagare le rate, vedendo sfumare giorno per giorno le possibilità lavorative a cui riusciamo a pensare? Fino a quando (non a partire dal-) riusciamo ad assistere a questo spudorato maltrattamento della cosa pubblica (salute, lavoro, assistenza, investimenti)? Non serve promettere di fare, per poi ammettere che si sta combattendo per far accettare le nostre condizioni, nelle sedi di un consesso costituito da opportunisti sfruttatori e sciacalli avvolti, quando siamo in ginocchio di fronte a loro. Serve dire: “Preferiamo arrangiarci” agire internamente e aspettare che la Deutsche Bank imploda su se stessa, magari tirandosi dietro l’economia tedesca, così, nel caso, offriremo loro il MES. 

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