di Marina Simeone
Sono trascorsi 40 anni da quel caldo giorno augustano, in cui a Bologna un ordigno esplosivo è stato fatto esplodere nella sala d’aspetto della stazione Centrale, causando la morte di circa 85 persone oltre a 200 feriti. Quarant’anni di teoremi, in cui ai mostri veniva messa sempre la stessa maschera, in cui si è taciuto l’interesse internazionale che si muoveva alle spalle di episodi di tensione registrati negli anni ’70. Bologna chiude le stragi, ma non aiuta la verità ad emergere, anzi per la strage in carcere passeranno, da innocenti poi riconosciuti dalla magistratura, uomini e donne appartenenti a nuclei politici di estrema destra. Il 28 Agosto partono i primi ordini di cattura nei confronti di militanti di destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari, di Terza posizione e di Costruiamo l’azione. Gli ordini di cattura partono sulla base di dichiarazioni della Digos e di pentiti, che si rendono attendibili agli occhi degli inquirenti, nonostante le tante lacune presenti nelle dichiarazioni messe a verbale. Finirono in carcere combattendo per la loro libertà e innocenza uomini come Paolo Signorelli, Gabriele Adinolfi, Francesco Bianco, Claudio Mutti, Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca dei fatti, Francesco Furlotti, Roberto Fiore, tra i più influenti, fino alla condanna del 2020 di Cavallini. Tra di essi dopo anni di ingiusta detenzione nessun vero colpevole. A cosa hanno portato i teoremi di una magistratura precipitosa e superficiale, se non ad aggiungere alle vittime altre vittime silenziose? Per questo dopo quarant’anni l’Associazione per la Giustizia e il Diritto Enzo Tortora Onlus scegli di scendere in piazza del Popolo a Roma accanto al Comitato l’Ora della Verità, rimanendo in silenzio a rivendicare una presenza e una convinzione, che Bologna non è stata una strage Fascista. Alcune immagini del momento e interviste a Italo Linzalone, Presidente dell’Associazione Enzo Tortora Onlus, Paolo Signorelli editore responsabile della testata Giustizia Giusta e Luca Signorelli anche lui accusato ed imprigionato, da tempo impegnato per la verità su Bologna.