L’uomo tra cambiamento e normalità verso un futuro incerto
Editoriali

L’uomo tra cambiamento e normalità verso un futuro incerto

1 Dicembre 2020

L’OMS nel 1981 in seguito alla eradicazione del vaiolo, che lutti aveva distribuito nel mondo, con avventatezza e ambizione, previde: “Salute per tutti nell’anno 2000”. Illusoria dichiarazione messa a rischio più che dalla logica temporale dalla realtà naturale, che vede l’uomo confrontarsi dalla notte dei tempi con malattie vecchie e nuove, trasmissibili biologicamente da uomo a uomo o da animale ad uomo, assecondando una circolarità di eventi, che custodiscono in sé l’esistenza stessa.

E se un cantore come Esiodo ha pensato di giusti care il lutto della sofferenza e della malattia con il decadimento morale della “età dell’uomo”, c’è stato anche chi in epoca tardo imperiale ha considerato in maniera “para”scientifica lo stato di malattia come alterazione della normalità di un corpo in salute, richiamando a protezione forze soprannaturali, riti espiatori e apotropaici non meno che educazione alimentare.

L’uomo ha imparato la legge crudele della solitudine e della solitudine a sue spese e né la globalizzazione né il progresso hanno potuto modi care o addolcire la tragicità della esistenza. Ce lo ha rimembrato il Covid-19, l’ennesima pandemia di usasi velocemente dall’Asia all’Europa, all’Africa e all’America, affannando un sistema sanitario su cui è pesata la sconsideratezza di tagli economici, di assenza di metodo, di strategia del patologico invece che della prevenzione. Su cui è pesato il fardello Stato, stanco, debole, indeciso, confuso, liberale, blaterante libertà e inconcludente nella protezione del comunitario, di quel pubblico che smette di avere spessore e diritto e rimane parvenza di consistenza giuridica.

L’isolamento sociale, il distanziamento, la chiusura delle scuole, la separazione delle famiglie più gravosa che per la peste nera ha segnato il cambiamento nell’immaginario di bambini e adulti, inducendo le abitudini a modificarsi insieme alla considerazione stessa dell’altro. Nel momento in cui si cercava di insegnare l’inclusione si è esclusa la presenza dell’estraneo e dell’amico, del vicino e del parente, addirittura del figlio e del nonno. Mentre ci parlavano di dialogo si è trasposto tra le voci il bisogno della mascherina a difesa del passaggio dei fluidi e delle parole, che troneggia sulla nostra copertina realizzata mirabilmente da METASTUDIO-IDEAS.

Quali cambiamenti psicologici comporterà questa pandemia abbiamo cercato di indagare in questo numero di «Revolvere» e quali situazioni economiche e geopolitiche o ambientali. Nel contempo abbiamo anche tentato di rispondere alla ricerca di resistenza al virus e ai virus che è mentale e fisica, che è analisi profonda della corazza naturale nata con noi, chiamata genetica, in funzione del ragionamento sul corpo forte e agente non solo patologicamente ammalato. Confrontando epoche e metodi, uomini e fatti è emersa la nostra visione della pandemia e delle pestilenze ed epidemie per accompagnare l’uomo del 2000 alla scoperta di un poco auspicabile futuro.

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