Il sindacato si è trasformato e da strumento di lotta e difesa del lavoratore è divenuto comodo tramite governativo. Un articolo di riflessione del nostro nuovo collaboratore Alessandro Sposato.
di Alessandro Sposato
Buongiorno, è un po ‘di tempo che mi chiedo ma dove andranno a parare i Sindacati?
Cosa ci racconteranno?
In Italia il panorama sindacale propone una nutrita varietà di specie, si va dai confederali
agli autonomi passando per quelli di base, tutti accomunati dalla mission : salviamo il lavoro
e i lavoratori. WOW ! Tutto a posto allora! Articolo finito.
Macche ! Oramai non ci casca più nessuno.
Una domandina quindi la facciamo :
perché di fronte a tutta questa frammentazione e questa varietà, il problema dell’attacco ai
lavoratori sani privi del vaccino non viene contrastato efficacemente?
Azzardiamo una risposta
Certo qualcuno il proprio comunicato lo fa uscire, perché i 50enni sì e gli altri no ,
vacciniamo tutti, tamponiamo tutti; ma è evidente che sia troppo poco per contrastare
l’immensa letteratura di decreti, dpcm, norme e perfino regolamenti condominiali che
continua a proliferare come topi nutriti a viagra.
Forse lo spirito del “saggio” Ponzio Pilato, che ha superato anche la morte consegnandosi
alla storia, ancora illumina il cammino di qualche altrettanto “saggio” segretario nazionale.
Che dire? Beh, qualcosa occorre che qualcuno la dica .
Eppure erano partiti così bene.
Negli anni settanta fare sindacato era praticamente una battaglia che spesso si tingeva del
sangue di chi si sacrificava.
Gli scontri in strada e nelle sedi istituzionali con il favore del Popolo, con una P maiuscola
tanto quanto un grattacielo, hanno spinto le lotte fino a ottenere un documento unico che ha
segnato la fine della guerra e l’inizio, ahinoi, del poltronificio: Lo Statuto dei Lavoratori.
Pensate che i Costituzionalisti dell’epoca più volte si sono trovati a discutere se il Potere
Sindacale (tanta e tale ne era la portata) fosse da annoverare come il Quarto Potere, invece
oggi è più facile immaginarlo come il poltronificio, che è un’espressione goliardica atta a
indicare l’attitudine a fare la rivoluzione seduti su una poltrona assai comoda.
Certo che tempo, denaro e sorella morte hanno lavorato alacremente insieme, contribuendo
al totale svilimento dello spirito dello Statuto dei Lavoratori, alimentando il mare che oggi
divide i lavoratori dagli interessi trattati dai sindacati e ha reso inutile il sangue buttato sulle
strade dai nostri padri e madri.
Oggi lo Statuto è morto sotto i colpi mancini inferti da rottamatori alla job act e da politiche
sindacali che non sono state capaci di avere la credibilità sufficiente per mobilitare i
lavoratori.
Le scritte sui muri delle fabbriche a riguardo, riassumono bene il connotato , il concetto e la
caratura del Sindacato percepito dai lavoratori.
Eppure…
Tutti ci caschiamo. Chi non vorrebbe cambiare il mondo che non va, chi non crede di poter
combattere parte dell’eterna battaglia dai colori ormai pastello-marxisti che vede opposte le
categorie dei lavoratori e del buon vecchio capitale salvo poi ritrovarsi in situazioni in cui si
dovrebbe sottostare alle regole del consenso elettorale anziché alle ragioni dei lavoratori.
Tra l’altro oggi più che di capitale, meglio sarebbe parlare di finanza.
Già perché oggi i cda si comandano con il 20% di azioni, subordinando cosi l 80% del
capitale di chi i soldini li ha messi davvero e si trova in balia di amministratori delegati, forze
politiche nazionali, sovranazionali e chissà cos’ altro.
Oggi è davvero un atto di fede comprare un azione.
Ma torniamo sul tema, perché parlavamo dei Sindacati.
Questo non è un attacco anche se non escludo che qualche segretario nazionale si sentirà
tirare per la giacca.
Questo è un appello.
Volto a tutte le donne e gli uomini che compongono le fila dei Sindacati italiani, e a loro che
chiedo di smarcarsi dalla politica che vede l imposizione dell’azione sindacale dall alto verso
il basso invertendo quella che è la vera propulsione propositiva del Sindacato: i Lavoratori.
L’attento lettore mi dirà che gli attacchi provengono dal mondo delle aziende, e dalla politica.
Sono loro che sviliscono il lavoro riducendo salario, condizioni di lavoro e occupazione.
Beh, come dargli torto.
Io mi rivolgo al mondo sindacale che si vanta del titolo di difensore del lavoro e dei diritti ad
esso connessi.
Non ci si può aspettare che l’ azienda rinunci alla ricerca compulsiva del proprio guadagno.
Oggi, lo abbiamo detto , si parla di Ponzio Pilato non Adriano Olivetti.
Tutto il nostro sistema si basa sostanzialmente sulla ricerca di equilibrio partendo dal caos.
Ad un’azienda inopportunamente esigente si contrappongono i Sindacati e il sistema
funziona fino a che ogni parte continua a fare il proprio interesse; specifichiamo “Interesse” :
l’azienda lavora per gli azionisti, il sindacato per i lavoratori. La “confusione” nel conseguire il
naturale interesse crea la rottura dell’equilibrio e il drammatico spostamento del profitto
verso l’azienda.
Oggi come siamo messi? La risposta dentro di te è la soluzione!
Questo mio velleitario articolo vorrebbe essere il rumore di una fastidiosa sveglia che suona
perpetuamente nelle orecchie di chi si presenta davanti ai lavoratori promettendogli di
rappresentarli, ma poi vende la propria credibilità per mercanteggiare all’interno dei gangli
del potere sindacale.
Diciamocelo non proprio lo spirito costituente dello Statuto dei Lavoratori.
Basta con le personalizzazioni dei Sindacati! Due mandati al comando è proprio il limite
massimo, basta con i calcoli di convenienza circa l’azione politica, basta con la distanza
siderale tra l’azione sindacale e le esigenze dei lavoratori, basta con le facili derubricazioni
delle richieste che la base promuove, dovrebbero al contrario essere l’unico motore di un
sindacato, basta firmare accordi capestri e basta procacciare clienti agli avvocati.
L’Operazione credibilità passa in primis da chi si presenta a rappresentare i lavoratori.
Oggi il Sindacato sta permettendo, con la morale di Ponzio Pilato, allo Stato di impedire a
lavoratori sani di lavorare perché non si sono sottoposti ad un vaccino che combatte la
malattia covid19 ma non protegge dall’infezione da Sars Cov 2 . Lo ha capito anche il mio
bambino delle elementari da quando ha visto la sua maestra ammalarsi nonostante il
vaccino.
Perché si impedisce ,in colpevole silenzio, ad un lavoratore di portare il salario a casa?
Perché si permette allo Stato di adoperare il ricatto “o il vaccino o niente salario” ?
Chi deve difendere il lavoro dov ‘è finito? e forse in fila in un hub vaccinale per non perdere
iscritti?
A chi chiediamo di difendere i lavoratori?
Forse topo gigio?
Forse mio figlio?
Forse a un padre o una madre costretti a lavorare per sopravvivere a cui viene imposto il
vaccino?
Forse a qualche legale perché ci si vede privati dei diritti costituzionali basilari ma a che
prezzo? A quanto ammontano le spese legali di 3 gradi di processo?
AAA Sindacato cercasi..astenersi perditempo e affaristi.
Intanto, il Sindacato di oggi, confidando nell’antica soluzione a resa certificata di Ponzio
Pilato, cerca ammiccando qua e là di fare tessere sindacali mentre i CDA ridono.
Nitida veduta sugli orrori dei giorni nostri. Complimenti, Alessandro.
Personalmente, pago ancora una tessera sindacale, sadismo, eh sì, mi godo ancora un po’ di silenzio Pilatesco e poi torno cane sciolto, lascio, strappo, e risparmio soldini.
Tempi duri per i non vaccinati. Tempi da ghetto, serviranno a loro tanti tanti soldini e altrettanti sacrifici.
I cervelloni del sindacato hanno fiutato il pericolo e se la sono cavata col mantra : “Vietato parlare di covid… è divisivo!”